"Se, come si sente dire spesso, la cultura e in particolare l'arte sono una purificazione, da che cosa ci si purifica?. [...] Ciò che nelle varie culture costituisce la fisionomia specifica di ciascuna (il selvaggio, il tabù alimentare levi-tico o il peccato cristiano) agisce immancabilmente attor-no al luogo materno.
[...]
Lo costituisce separandocene conte un oggetto di desiderio e di; rigètto: come un abietto. Il disagio della civiltà proverrebbe anche e sopra tutto dal fatto che nessun codice solido (religioso o etico) ci separa ormai dall'abiezione. [...] Variante moderna dell'inferno? Del purgatorio? O più fondamentale modo di osservare i grandi cataclismi del nostro secolo nel mi-crouniyerso della soggettività da cui in ultima istanza attingono la potenza che sfida il diritto e la ragione? Questa a mio parere è un'ottica che fra l'altro consente di restituire dignità all'arte che hanno dichiarata morta in troppi, di questi tempi. [...] Nostro recinto al di là della religione e del-lamorale sono gli artisti e in particolare la scrittura alle prese con la pulsione e con ciò che non è oggettivabile. Sublimi e temerari gli artisti, compromessi e compromettenti quando, come ha fatto Celine, si avventurano senza protezione in acque torbide, per trarne non una lezione ma una musica".
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*Poteri dell'orrore : saggio sull'abiezione / Julia Kristeva Milano : Spirali, stampa 2006 244 p. ; 21 cm.