Queste "Lettere da dove" che Mia Lecomte indirizza a un destinatario incerto non cessano di insistere su un "dove". Un "dove" delocalizzato e mobile a individuare, più che un luogo, una distanza, quella che separa i due poli della comunicazione epistolare.
[...]
Carlo Bordini, già interprete e ammiratore della poesia di Lecomte, aveva parlato una decina di anni fa di «un universo domestico e femminile» come teatro di una normalità dolente e a tratti sommessamente delirante. La ritroviamo intatta, quell'ambientazione casalinga, tra pareti spoglie o ingombre di oggetti scaturiti dalla memoria familiare. Sede degli affetti ma anche luogo dell'assedio, la casa vuota, abbandonata o invece stipata, presa d'assalto, è attraversata da folate di ricordi in una dimensione temporale sconcertante. In un simile contesto, l'autrice ci appare impegnata in processo di domesticazione dell'angoscia nel quale è forse possibile riconoscere la cifra di un'esperienza poetica ormai trentennale. Poche scritture paiono esigere un lettore tanto quanto quella di Mia Leconte che, nel porgere la voce, mantiene qualcosa di puerile, una disponibilità cogente, un invito ineludibile: più incisivo del grido, più seducente del sussurro.
Lo trovi in
Scheda
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Descrizione
*Lettere da dove / Mia Lecomte ; nota di Ugo Fracassa Latiano (BR) : Interno poesia, 2022 101 p. ; 17 cm