Fotografare per conoscere e quindi appropriarsi del mondo circostante; usare le foto-gralie come surrogato bidimensionale di una realtà a tre dimensioni troppo difficile da raggiungere. Questa è stata la fotografia per molti anni, soprattutto all'inizio, quan-le era richiesto di essere fedele trascrittrice dell'oggettività.
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E questa è stata anche la foto-alia di montagna, nuova e incredibile compagna delle spedizioni geograiiche, delle impre-alpinistiche di conquista delle vette, dei cartografi che erano chiamati a disegnare i tonfi-fra gli stati in un'Europa segnata da conflitti territoriali. pensiero allora corre alla perizia degli autori delle immagini, che dovevano in primo luo-essere alpinisti e riuscire a camminare per giorni a latitudini e altitudini non usuali, ad at-iversare ghiacciai e tormente di neve, evitare crepacci, scalare rocce; tutto quanto un alpina deve affrontare abitualmente, con in più una macchina fotografica di grandi dimensione paragonata a quelle attuali) e dei negativi su vetro. Il loro compito iniziava esattamen-dove finiva quello degli esploratori: arrivati al campo base o alla vetta, i fotografi doveva-i fermare sulle lastre la meraviglia che era davanti ai loro occhi e rendere su una superfi-ì argentica la sublime materia della montagna.
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Monografia
Descrizione
La *montagna rivelata : fotografie di grandi viaggiatori e alpinisti tra '800 e '900 Milano : Skira, 2009 134 p. : ill. ; 28 cm
Note
Testo anche in inglese Traduzione di Paul Metcalfe Pubblicato in occasione di una mostra tenuta a Modena nel 2009