Nel 1962 la pubblicazione su rivista del romanzo breve "Una giornata di Ivan Denisovic" costituì un evento politico, oltreché letterario, che ebbe una enorme risonanza in tutto il mondo. Era la prima volta che il regime sovietico consentiva che si parlasse apertamente della realtà dei campi di concentramento. Ma non si trattava di un semplice documento.
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Solzenicyn si rivelava scrittore autentico nella descrizione oggettiva dello squallore quotidiano della vita nel gulag, dove l'istinto di sopravvivenza tende a cancellare ogni residuo di umanità. Con quel primo libro, il volume raccoglie altri due racconti che completano una sorta di autobiografia spirituale. "La casa di Matrjona" racconta l'inizio di una nuova vita dopo la scarcerazione, mentre "Alla stazione" spiega l'antefatto, cioè la denuncia immotivata che portò lo scrittore innocente a una condanna di otto anni. In queste pagine così misurate e così intense, Solzenicyn offre una meditazione sul mistero e sul destino dell'uomo che si ricollega idealmente a una tradizione letteraria e umanistica che ha i suoi capisaldi in Tolstoj e Dostoevskij.
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Monografia
Descrizione
Una *giornata di Ivan Denisovic ; La casa di Matrjona ; Alla stazione / Aleksandr Solzenicyn. - Nuova ed Torino : Einaudi, [1999] XLI, 303 p. ; 20 cm