Marino Falier è una delle figure più controverse nella storia dei dogi di Venezia. Nato verso il 1285 da una importante famiglia di antichissima origine, che annoverava già due dogi, percorse una lunga e brillante carriera al servizio della repubblica che lo portò a ricoprire in modo quasi incessante numerose e prestigiose cariche.
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Nel 1354, ormai settantenne, venne scelto come doge di Venezia con un ampio consenso del corpo elettorale. Al di là di ogni previsione, tuttavia, il nuovo doge non si limitò a svolgere le funzioni per lo più di rappresentanza che la costituzione veneziana riservava al capo dello stato. Appoggiandosi alle classi popolari, si mise a capo infatti di una congiura destinata a rovesciare lo stato patrizio che governava la repubblica di Venezia. I congiurati vennero però scoperti: i capi della cospirazione furono rapidamente giustiziati e lo stesso doge, da loro indicato come il mandante, fu giudicato e condannato a morte. La sentenza venne eseguita con la decapitazione, che ebbe luogo la sera del 17 aprile del 1355 dopo un brevissimo processo. Perché un doge che aveva a lungo servito con onore la repubblica si comportò in questo modo? La ragione va probabilmente cercata in feroci lotte interne al ceto dominante e nell’inconfessabile aspirazione di Falier alla signoria. Il libro, rigoroso storiograficamente e godibile nello stile di scrittura, ricostruisce la vita di una figura che nei secoli ha ispirato letterati e musicisti – da lord Byron a Donizetti – e su cui ancora fitto è il mistero
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Il *traditore di Venezia : vita di Marino Falier doge / Giorgio Ravegnani Bari ; Roma : Laterza, 2017 X, 152 p. ; 21 cm